Bruno Nespoli: un ricordo indelebile nella memoria collettiva della città

Collage Nespli 1

In una cappa di silenzio e dolore la città di Olbia accolse la notizia della drammatica fine del portiere Bruno Nespoli, morto a soli 22 anni, dopo 12 ore di ricovero, il 25 gennaio 1960. Il giorno prima, domenica 24 gennaio, alle ore 15.35, davanti a circa tremila spettatori, durante una gara casalinga contro la Carrarese, il portiere dei bianchi, nel tentativo di afferrare il pallone, venne colpito, non intenzionalmente, dal ginocchio di Schamos, attaccante ospite lanciato a rete. Nespoli riportò la frattura della base cranica, una commozione celebrale e un fortissimo stato di choc. Rimase disteso a terra, percorso da brividi e scosse per tutto il corpo. Soccorso e trasportato all'Ospedale morì il giorno dopo senza riprendere conoscenza. Francesco Sotgiu, memoria storica dell'Olbia Calcio conserva la foto della folla immensa che accompagnò all'Isola Bianca il feretro di Bruno Nespoli, per l'ultimo viaggio verso la sua Toscana, a Sansepolcro, paese dove era nato, il 5 dicembre 1936. L'archivio di Sotgiu documenta anche la cerimonia per la sistemazione della lapide e la contemporanea intitolazione del campo a Bruno Nespoli il 20 giugno 1960.

Collage nespoli 2

La scritta incisa sul marmo recita: "Sullo stadio comunale di Olbia che ti vide molte volte trionfare non passò il pallone attanagliato alle tue braccia, passò invece sorella morte ed il fremito funereo trasvolò subito oltre il mare, fino alla tua Sansepolcro. Resta l'imperituro ricordo del tuo dolce sorriso che si perpetua ora fra gli splendori di Dio". Bruno Nespoli era arrivato in Sardegna dalla Toscana. Figlio di un impresario, al lavoro del padre aveva preferito lo sport, giocando in varie squadre di calcio toscane, l'ultima delle quali è stata l'Arezzo, in serie C, nella stagione 1958-1959. Il giovane portiere si distingueva per la sua prestanza fisica e l'abilità tra i pali. La chiamata alle armi lo porta a Olbia dove, dall'autunno 1959, si divide tra il servizio militare nella gloriosa Brigata Sassari e la squadra bianca allora impegnata nella serie D.A questo proposito Francesco Sotgiu ricorda: "Bruno Nespoli, a Olbia, essendo militare, alloggiava alle Casermette di via Mameli ma teneva gli abiti civili e l'abbigliamento sportivo a casa di mio zio Archimede Degortes, in via Amsicora, nel centro storico. Si cambiava in una stanza che aveva preso in affitto il suo amico calciatore Luigi Giuliani. Quindi, Bruno Nespoli, sempre gentile, molto educato e con la battuta pronta da buon toscano, arrivava a casa nostra in divisa della Brigata Sassari e usciva da civile. Gli fu fatale la quattordicesima partita giocata con la maglia dell'Olbia, quella contro la Carrarese. Io ero un ragazzino e, come sempre, seguivo la squadra; anche quel giorno ero al campo. Indimenticabile il terribile momento dello scontro ma anche quelli immediatamente successivi e il giorno dopo, quando Giuliani rientrò a casa dall'ospedale chiedendoci gli indumenti per l'ultima vestizione di Bruno Nespoli, morto con un'espressione di grande serenità sul bel viso; sembrava addormentato.Una folla mai vista, presenti anche i genitori di Bruno Nespoli arrivati dalla Toscana, assistette alla Messa celebrata nella Chiesa di San Simplicio; poi il lunghissimo corteo si snodò lentamente, nel silenzio più totale, sino all'Isola Bianca".

Marella Giovannelli per Olbiavecchia 28 novembre 2014

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