Articolo e foto di Marella Giovannelli.
"La libertà di stampa è come l'aria che respiri: te ne accorgi solo quando non c'è". Così esordisce Giancarlo Santalmassi, maestro di giornalismo, che incontro a Porto Rotondo. Lui, dopo una carriera lunga e prestigiosa, continua a fare informazione attraverso il suo sito "santalmassiaschienadritta". Nella home page, la mia curiosità è attirata dal sottotitolo "la radio scritta". Mi spiega il motivo di questa sua scelta:
"Ho voluto restituire alla parola pura e semplice tutto il suo valore e peso escludendo a priori fotografie, musiche o filmati". Santalmassi, a differenza di tanti decani della comunicazione tradizionale, ha saputo adeguarsi alla rivoluzione di Internet sfruttandone le potenzialità. Ecco le sue motivazioni: "Oltre alla mia innata curiosità, mi ha spinto la consapevolezza che la società della comunicazione non coincide con la società della conoscenza. Troppe notizie = nessuna notizia. Oggi il monopolio delle news non ce l'ha nessuno. Arrivano gratis per sms. Sono sui display delle metropolitane, dei treni, dei taxi, dei bus. In molte città italiane si fanno concorrenza cinque testate della freepress. Gli scoop sono delle esclusive, certo. Ma sono sempre più rari. L'editore puro è inesistente. Un giornale di proprietà di un gruppo, è difficile che sia libero di scrivere su un fatto se questo ricade nel perimetro di interessi del gruppo proprietario. O anche di un altro gruppo, stante la rete fitta di relazioni incrociate stesa sull'Italia. E il lettore fatica a districarsi tra le notizie vere, le presunte, le false." Su come arginare il fenomeno delle fake news, la risposta di Santalmassi è lapidaria: "C'è un solo modo: avere cultura. Se non sai, e non conosci, possono raccontarti qualunque cosa, certi che te la bevi. L'unica corazza che puoi indossare per proteggerti dai falsi è la conoscenza."