Miele in soffitta (video)
Uomini antichi e donne senza tempo
Adolescenza uccisa di Marella Giovannelli "vista" da Beppe Costa
Silenzio letta da Gavino Maieli
Introduzione di Marella Giovannelli
Hanno uno strano modo di nascere le mie poesie. Loro semplicemente arrivano, senza alcun preavviso. Sono ospiti esigenti perché si presentano senza invito, spesso in disordine e, quando bussano alla mia porta, pretendono che io le accolga immediatamente. Devo quindi interrompere qualsiasi mia attività e "fermare l'attimo". Spesso sono pensieri talmente veloci ed inattesi da richiedere un intervento e mezzi di emergenza. Tra i più usati: la carta recuperata in auto mentre sono al volante, il cellulare-registratore e la sabbia-lavagna.
Altre volte accade che i versi non siano così irruenti. Sono sempre loro a decidere il momento ma, quando si formano, sono calmi, indulgenti e sfilano nella mia testa come le immagini di un film. Non ho ancora capito se è nel mio cuore o nella mia mente il cassetto da cui, ogni tanto, fa capolino la poesia.
La chiave la tiene lei e la usa in modo imprevedibile. Inutile cercare di stanarla; deve essere sempre lei a farsi viva. Riconosco il suo arrivo, prepotente e capriccioso che, all'improvviso, travolge e trasforma i miei pensieri, i miei ricordi e le mie emozioni. Spesso rincorre i miei miraggi e vizia le mie fantasie.
Allora mi ritrovo a scrivere, stupita e spiazzata, cercando di dare forma, punteggiatura e titolo a qualcosa di fugace che, solo per qualche minuto, può essere trattenuta e fermata: la poesia. A dimostrazione di quanto sia dispettosa, capita che grandi gioie da me vissute non mi abbiano ispirato alcun verso. Invece altri episodi, molto dolorosi, della mia esistenza si sono trasformati in composizioni. Grazie alle inattese visite della poesia sono riuscita a liberarmi dagli incubi, ad assaporare i miei sogni, a convivere con le mie illusioni e, soprattutto, con le mie delusioni.