Sulle tracce di Guttuso a Padru, si ritrovano frammenti di vita occultata

09. Ottobre 2007 

Nel ventennale della morte del grande pittore siciliano, la mostra allestita dalla Provincia di Potenza e curata da Rino Cardone, è stata riproposta a Padru, piccolo paese gallurese a pochi chilometri da Olbia, con il titolo “Sulle tracce di Guttuso”.

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Nel programma (auto-imposto dalla "Biennale Isole") sui Maestri del Novecento che, in qualche misura, hanno avuto a che fare con la Gallura, non poteva mancare Renato Guttuso. L’artista, già celebre, arrivò in Sardegna nel 1963 per presiedere il 3° Premio di Pittura “Città di Olbia”.

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La scelta del Maestro siciliano, come Presidente della Giuria, fu dovuta alla sua fama e a motivazioni politiche. Nel catalogo della mostra di Padru è riportata una foto del 1963, pubblicata, a suo tempo, anche nella Nuova Sardegna, dove il Maestro Guttuso, affiancato da Aldo Cesaraccio noto “Frumentario” e dal professor Gerolamo Sotgiu, premia il pittore Lino Pes, allora ventitreenne, attualmente direttore del Premio Isole ed inventore della Rassegna Maestri del Novecento.

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“Galeotto” per l’accettazione dell’invito, da parte del pittore, fu, forse, un amore locale e clandestino. Nei pochi giorni trascorsi ad Olbia, Guttuso fu infatti ospite, in varie circostanze, presso i parenti dell’allora sua “Musa ispiratrice” che trascorreva lunghi periodi ad Olbia ma, solitamente, viveva a Roma. Dall’amorosa amicizia fra Renato Guttuso e la signora C.P., nacque Antonello che, nella fase finale e travagliata della vita terrena di Guttuso, si ritrovò (per poi sparire una volta tacitato con un sostanzioso assegno), al centro di una controversa questione ereditaria.

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Ad essere coinvolti, in diversa misura e a vario titolo furono, tra gli altri: la contessa Marta Marzotto sua amante e modella per vent’anni (allontanata dal letto di morte per una presunta “conversione” del Maestro); la signora C.P.,madre di Antonello (unico figlio naturale del pittore); i parenti di Mimise Dotti (moglie di Guttuso, morta pochi mesi prima di lui) e il segretario tuttofare Fabio Carapezza che l’artista siciliano, per la regia di un notissimo uomo politico e di un illustre prelato, adottò, a tempi di record, tre mesi prima di morire.

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In quegli anni, Carapezza, come non tutti sanno, era il fidanzato di Marisa Laurito che, in un popolarissimo programma di Renzo Arbore, l’aveva ribattezzato, in modo alquanto irriverente, “Scrapizza” (con la erre arrotata), diventato un personaggio-cult della trasmissione. Completato l’iter della adozione-lampo, l’ex “Scrapizza” oggi Fabio Carapezza Guttuso, presiede la Commissione Mibac , per la sicurezza del patrimonio culturale nazionale e gestisce l’intero lascito artistico del Maestro, attraverso l'Associazione Archivi Guttuso (www.guttuso.com).

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Nel sito ufficiale si legge che è “nata per promuovere la conoscenza dell'opera di Guttuso e la sua catalogazione, ha sede nello studio del Pittore a Palazzo del Grillo a Roma”. Inoltre si specifica che tale istituzione “ha la rappresentanza legale dell'Artista, per la difesa dell'opera e della memoria”.

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Ma, visto che si parla di “memoria”, nella biografia di Renato Guttuso, riportata sul sito, non c’è traccia, neanche una minima citazione del rapporto dell’Artista con Marta Marzotto. La mancanza di memoria, in questo caso, cancella anche il sodalizio artistico tra il pittore e la modella, comunque riconoscibilissima in numerose composizioni e studi preparatori. Le tracce di Guttuso in Gallura portano anche all’invenzione scenografica della terrazza mediterranea nel salotto e nel bagno dell’ex villa Marzotto a Porto Rotondo.

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