01. Maggio 2007
Specializzato in “cibi estremi”, Stefan Gates è un gastronauta inglese, documentarista della BBC e food writer non convenzionale. Dotato di uno stomaco di ferro e di una curiosità voracemente onnivora, Gates gira il mondo con spirito pionieristico. La sua missione-passione lo ha portato in Cina, India, Afghanistan e Corea del Sud.
In questi paesi ha sperimentato alimenti fuori dall’ordinario e le sue innumerevoli esperienze gli hanno consentito di promuovere al rango di delikatessen, bestiole, insetti e una varietà di organi compreso il pene dello yak.
Nel sito www.thegastronaut.com, Stefan Gates, autore del programma televisivo “Cooking in the Danger Zone”, racconta le sue avventure culinarie tutte documentate da foto e filmati.
Da vero gourmet del (dis)gusto, l’eccentrico Gastronauta riesce a mangiare stranezze & schifezze che lui non esita a definire “trascendentali, paradisiache, straordinarie”.
I testicoli di maiale al vago sapore di muschio hanno suscitato grande entusiasmo in Stefan Gates, estimatore anche di vermi giganti, scorpioni, larve di bachi da seta, vesciche natatorie di carpa, topi indiani, mosche, formiche, rane essiccate, polmoni di pescecane, gobba di cammello fritta e stufato di cane. I reportages gastronomici di Gates, con ricette incluse, dalle zone di crisi del mondo sono “il piatto forte” della BBC che, ad ogni puntata-pugno nello stomaco, tiene incollati davanti alla TV milioni di inglesi. Il documentario sui costumi alimentari della Sud Corea ha suscitato anche un mare di proteste da parte degli animalisti. Non è piaciuta l’abitudine dei consumatori coreani di prendere le uova dall’interno della gallina senza aspettare la covata e nemmeno quella di cucinare cani allevati e macellati in fattorie a loro riservate.
Stefan Gates non ha certo contribuito a calmare gli animi, aggiungendo che la crema di olio di cane è ottima per la pelle mentre il pene di cane alle spezie è una vera squisitezza dal sapore molto delicato.
08. Giugno 2007
Imprevedibile Tom Barrack: nel giro di tre giorni è passato dalla sella del suo cavallo e dal torneo di polo in Costa Smeralda (dove non ha brillato) alla firma di un accordo storico con il governo della Libia. Sborsando 4 miliardi euro, il tanto calvo quanto atletico magnate americano, ha assunto il controllo della Tamoil, la compagnia petrolifera libica che possiede e gestisce tremila stazioni di servizio in Europa oltre a raffinerie in Italia, Svizzera, Germania e Spagna.
Lo stato nordafricano manterrà il 35 per cento delle azioni della compagnia, il resto finirà nel patrimonio della Colony Capital, il fondo di investimento creato da Tom Barrack nel 1991. Per l’eclettico finanziere, proprietario della Costa Smeralda, il megashopping è bello quando è vario.
E allora spazia dagli hotel di lusso alle società sportive ( Paris Saint - Germain), dai vitigni pregiati alle catene di supermercati (Carrefour). Adesso Tom Barrack vuole diventare protagonista della rinascita economica della Libia e sa di poter contare sull’amicizia di Gheddafi senior e juniors. Infatti i figli del Colonnello sono frequentatori abituali (e a volte un po’ discoli) della Costa Smeralda.
Memorabile la Notte Libica organizzata dai rampolli Al Saadi e Moutassem Gheddafi al Nikki Beach di Porto Cervo con la benedizione di Marta Marzotto. Per quel party arrivarono dalla Libia gruppi di Tuareg e danzatrici avvolte nei sontuosi costumi tradizionali.
Esilarante il contrasto tra l’umanità intabarrata e quella spogliata che si ritrovò stranamente mescolata, anzi frullata dal maestrale. Tom Barrack, qualche giorno prima di stringere la mano al primo ministro libico per l’affare Tamoil, ha stretto quella di Valentino Rossi.
Il campione è sceso dal cielo in elicottero, atterrando sul campo di polo dove si è disputato il torneo Jaeger-LeCoultre Spring Gold Cup. Stessa scenetta dello scorso anno ma, a differenza di Valeria Marini (amena protagonista del copione 2006), Valentino Rossi ha fatto il divo concedendosi alla stampa con il contagocce. In compenso ha autorizzato una foto ufficiale con la splendida cavalla grigia Estrella.
Fine partita con polemica per Fulvio Dodic (amministratore delegato della Mochi Craft) che ha sferrato un attacco verbale a distanza al Governatore della Sardegna. Secondo Dodic, i clienti Mochi toccheranno presto altri lidi a causa delle tasse sul lusso imposte da Renato Soru.
Il torneo è stato vinto dal team Arfango guidato da Alberto Moretti che ha battuto, nella finale, l’HippoGroup Roma Capannelle, capitanato dal’austriaco Walter Scherb. Al terzo posto la Deutsche Bank PWM, organizzatrice di una delle tante cene collaterali alla manifestazione.
Tra gli ospiti della banca tedesca c’erano anche Umberto e Gemma Marzotto, Cesare Fiorio fresco di matrimonio con la sua moglie nuova di zecca e Maria Elena Aprea, sfolgorante nei gioielli Chantecler da lei disegnati.
Alla serata della premiazione, al Cala di Volpe, occhi puntati su due Mone: Simona Ventura (arrivata ed uscita mano nella mano con il suo pediatra Stefano Martinelli) e Mona Craig, amica cosmopolita e sberluccicante di Tom Barrack e di Renzo Persico, presidente del Consorzio Costa Smeralda.
13. Agosto 2007
Zucchero al veleno, ineguagliabile mix di bravura e villania, meriterebbe solo un copia&incolla dell’articolo scritto da Mara Malda nel 2002, all’indomani della sua esibizione al Cala di Volpe. Ma, a distanza di cinque anni, nello stesso scenario, c’è stato addirittura un aggravamento nel numero e nel tipo degli insulti rivolti al pubblico dallo strapagato bluesman. Il quale ha trattato gli ottocentocinquanta strapaganti come le più classiche delle fantozziane merdacce. Alcuni, fra i meno masochisti, hanno anche chiesto la restituzione dei soldi (tanti) sborsati per il concerto.
Altri si sono alzati e, inviperiti, hanno “mollato” il tavolo e uno Zucchero imbufalito contro le donne di “una certa età che puzzano come aringhe”. Quest’anno, l’inizio soft dello show, con uno Zucchero solo canterino, aveva malignamente illuso il management Starwood e il pubblico noto & ignoto. Poi è arrivata la precisazione, del tutto superflua, scandita dall’ineffabile Fornaciari: “Sono qui solo per i soldi”, seguita da una raffica di irriferibili insulti “di genere”, decisamente pesanti e rivolti soprattutto alle signore, con protesi e senza.
Tra parolacce e considerazioni deliranti, Zucchero è riuscito a indignare praticamente tutti, dai vertici della Colony e della Starwood, alla Santanchè, Swarovski, passando per Ivana Trump, Valeria Marini, i cuochi del Cala di Volpe (crazy Sugar ha insultato persino il cibo peraltro squisito servito a cena) e via elencando.
Campione di maleducazione già sperimentata nel 2002, il recidivo Zucchero, cinque anni fa, sempre al Cala di Volpe, aveva esordito con un affettuoso “Sento di trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato”, aumentando progressivamente la dose con inequivocabili appelli del tipo : “Non rompetemi il ca…; muovete il cu…; prendetevi a schiaffi da soli se non siete capaci di divertirvi!…”ed altre amenità del genere. Ieri, Fornaciari, evidentemente ispirato dal contesto Calavolpino, ha fatto anche di peggio, raggiungendo rari picchi di villania, volgarità e maleducazione. Bontà sua e peggio per chi ha deciso di richiamarlo, correndo (e pagando salato) il rischio-insulto nella certezza di una serata con ritorno economico garantito.
Nelle immagini impietose trasmesse dall’emittente regionale Cinquestelle si possono sentire gli insulti e, soprattutto, si vedono le bottiglie da lui lanciate dal palcoscenico in mezzo al pubblico che ballava. Una di queste bottiglie, è stata rispedita al mittente mancandolo di poco. E’ scoppiato un tafferuglio sedato da un vigilante e da un vigile fuori servizio che hanno calmato gli animi dei clienti inferociti.
09. Agosto 2007
Accolti dagli uomini della Capitaneria e scortati dalla Polizia di Stato, l’Aga Khan e il Re di Spagna Juan Carlos, provenienti dall’aeroporto, hanno raggiunto, in forma privata, il Molo Brin di Olbia. Qui, sin da ieri, era attraccato il panfilo del Principe ismaelita, lo “Shergar”, un 46 metri del 1983 che tocca i 45 nodi e può navigare autonomamente dal Mediterraneo all' Australia.
L’Aga Khan, dopo aver accompagnato a bordo il suo illustre ospite (che ha raggiunto Porto Cervo via mare), è sceso dallo yacht preferendo viaggiare in auto: destinazione Costa Smeralda. Cortese e disponibile, prima di lasciare il porto vecchio di Olbia, il Principe Karim ha accettato di farsi fotografare in banchina.
15 Agosto 2007
Risveglio ferragostano traumatico per tutti i panzoni della Costa Smeralda. La difesa d’ufficio di Zucchero, firmata da Francesco Merlo su “Repubblica”, ha arroventato i cellulari più dei commenti sul nuovo look sfoggiato da Silvio Berlusconi alla festa in casa di Anna Betz e Sergio Di Cesare.
Sulle prime qualcuno, vedendo il Cavaliere, ha bisbigliato: “Direi che è uno stile alla John Travolta: giacca bianca, camicia blu, comode Hogan ai piedi, cordino in caucciù al collo e croce appesa. Evidentemente ha intenzione di cantare e ballare come lo scorso anno, se non di più”.
E, invece, Berlusconi aveva lasciato a casa, oltre al maglioncino, anche la voglia di danze e coretti. Per evitare equivoci e strumentalizzazioni l’ex-Premier ha scelto di trascorrere un’estate di semi-clausura.
Ogni giorno, in elicottero, parte dalla Certosa di Porto Rotondo per andare a trovare la madre, rimasta a casa per motivi di salute.
“Lei mangia solo con me - ha detto Berlusconi - quindi io faccio su e giù ogni giorno”. Ha poi assistito, praticamente ipnotizzato, a dei fuochi d’artificio che hanno fatto impallidire persino quelli certosini.
Il Cavaliere, in religioso silenzio davanti ai giochi pirotecnici, forse rimuginava su come stupire i quaranta ospiti che, stanotte, festeggeranno il Ferragosto a casa sua, fra l'anfiteatro, la gelateria, il labirinto e colate laviche telecomandate.
Molti volti e corpi noti fra i trecento ospiti di Anna Betz che ha fatto arrivare da Fonni sopraffini porcetti, salumi e formaggi della Barbagia. Silvio Berlusconi, a differenza dello scorso anno, si è concentrato sul cibo sardo e sulla conversazione, evitando palco e microfono.
In compenso ha confermato di voler ripetere un esperimento già fatto qualche mese fa: riaprire i cancelli della Certosa agli studenti di Olbia per delle visite guidate all’orto botanico e ai giardini. Ma il tam-tam del giorno dopo su “cosa ha fatto il Cavaliere, chi c’era e chi non c’era”, è passato decisamente in secondo piano.
Fanno più discutere le “perle” di Ferragosto inanellate da Francesco Merlo e pubblicate a pagina 19 di Repubblica, con richiamo, naturalmente, in prima.
Trattasi di un articolo (lungo e serio per l’autore ma esilarante per ogni Lettore di buon senso, preferibilmente non schierato) dove si generalizza, stigmatizza e demonizza “l’Italia sardoestiva all’ostrica e champagne”, facendo di tutta un’erba un fascio.
Imperdibile il suo distinguo tra pance e pance. Per il Merlo, forse troppo canterino nel solleone di Ferragosto, : “Zucchero ha smascherato il Paese dei cafoni…ci sono panze e panze….L’artista è grasso perché pensa alla musica mentre i riccastri trimalcioneschi di Porto Cervo ricordano…gli otri gonfiati che camminano”.